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Il segreto di Sara


di cris35
13.03.2016    |    40.035    |    1 7.6
"Io non so dove guardare, Marco pure, ci limitiamo ad ascoltare, Mario cerca di minimizzare quello che era successo, neanche noi immaginavamo che anche..."
Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra e un …..
Eravamo veramente tanto giovani, al primo anno delle superiori, pochi pensieri, zero problemi, la sola voglia di divertirci, noi quattro ci chiamavamo “i fantastici quattro”, sempre assieme sin dai tempi dell’asilo, Marco, Michele, Mario ed io, Mirco, asilo, elementari e medie assieme, poi le strade che portano alle superiori ci hanno divisi, ma solo per quello che riguarda la scelta scolastica.
Io sono l’unico che ha scelto ragioneria, gli altri sono andati tutti al liceo, io sono quello che aveva meno capacità degli altri nello studio, gli altri erano più portati, ma non è mai stato un problema per noi, lo studio veniva in secondo piano quando si trattava di noi.
Giocavamo anche a calcio assieme, eravamo tutti e quattro bravi, nessuno escluso, non dei campioni, ma qualche soddisfazione ce la siamo tolta, un paio di tornei vinti, sempre tra i primi posti in campionato, eravamo orgogliosi, e felici …
Adesso che siamo cresciuti, la spensieratezza dei bei tempi si è affievolita, i problemi sono aumentati, i pensieri anche, siamo grandi, siamo tutti e quattro sposati, abbiamo dei figli, ci sentiamo appena possiamo, ma lavoro, famiglia, figli, ci hanno divisi, ma ciò non toglie che se uno di noi avesse bisogno di un aiuto, gli altri tre correrebbero all’istante.
Una volta al mese cerchiamo di uscire a cena assieme, per noi è importante, e le nostre compagne lo hanno capito per fortuna, anche se un po’ a fatica, tra loro non scorre buon sangue, quindi tra famiglie non riusciamo a vederci, ma non ci ostacolano, anche perché sanno che la nostra amicizia non si discute, in nessun caso, e mai!
In una di queste cene, presi un po’ dalla nostalgia, abbiamo ripercorso un po’ quello che erano le nostre gesta di adolescenti, le avventure amorose, le scorribande, e tutta quelle serie di prime esperienze che ci hanno fatto crescere e diventare gli uomini che siamo adesso.
Mario se ne esce con una storia che non avevo mai sentito, perché tra noi c’era una sorta di codice d’onore, le nostre sorelle erano intoccabili, inizia a raccontarci di quanto gli piacesse Sara, la sorella di Michele, gran bella ragazzina, due anni meno di noi, ma bella come la mamma, e la mamma ….
Michele sgrana gli occhi a quella confessione, come cadendo dalle nuvole, Mario dal canto suo giura che Sara gli aveva detto di averne parlato col fratello di quella volta in cui gli aveva fatto una sega, ad un certo punto pensavo che Michele svenisse con la schiuma alla bocca a quella frase, io e Marco non sapevamo dove guardare, perché nascondevamo un segreto anche noi, Sara non era proprio una santa, e noi due lo sapevamo bene, solo Michele non lo sapeva.

Era un pomeriggio di Aprile, la primavera nel pieno del suo splendore, noi si andava in giro con le magliette a maniche corte, le ragazze cominciavano a girare mezze nude per strada, e Sara non era da meno, io e Marco eravamo seduti su una panchina al parchetto, quando Sara ci venne incontro assieme a Giulia, la sorella di Marco, migliore amica di Sara, un bel vedere tutte e due, noi non eravamo da buttare, ma erano la sorella di Marco in primis, e la sorella di Michele, sebbene oggetto di più di qualche nostro desiderio sessuale, era considerata intoccabile.
Giulia si è seduta sulle gambe del fratello, Sara in piedi vicino a me mi ha appoggiato una mano sulla spalla, avevo il suo seno ad altezza viso, la carestia di quegli anni non aiutava di certo a stare calmo, il calore della sua mano mi metteva in difficoltà, Marco rideva sotto i baffi perché sapeva cosa le avrei fatto se solo avessi potuto, ma non potevo …
Giulia voleva veramente bene a suo fratello, le era appiccicata, se non fossero stati fratello e sorella, avrei detto fossero due morosetti, quasi si sfioravano le labbra mentre si parlavano, c’era complicità nei loro gesti, nei loro sguardi, e sinceramente qualche pensiero strano me l’ero anche fatto su di loro.
Alla fine andò più o meno così, Giulia per alzarsi aveva messo una mano sul pacco del fratello che sorrideva, pacco che ho visto veramente gonfio una volta alzata, la cosa mi ha eccitato ricordo, Marco era tranquillissimo come se fosse la cosa più normale del mondo, poi lei assieme a Sara se ne sono andate, Marco mi ha guardato e mi ha detto di seguirlo, ero come ipnotizzato da quella mano appoggiata su quel pacco, Marco mi precedeva in silenzio ….
Non ho avuto il coraggio di aprire bocca in quei dieci minuti, Marco mi parlava ma io tacevo, mi ricordo solo la porta del garage di Marco che si apriva, Sara e Giulia dentro, io che venivo spinto dentro, una risata, la porta del garage chiudersi dentro di noi …
“Marco dai, mi hai detto che Mirco è persona affidabile, cosa aspetti?” era Giulia che parlava
“Dagli il tempo di capire, perché non è così semplice spiegare una cosa del genere, anche se Mirco è scaltro, è pur sempre una cosa particolare”
Marco e Giulia stanno parlando, Sara sorride e mi guarda, io la guardo, poi vedo Giulia che bacia suo fratello, sulle labbra, poi piano piano si inginocchia, Marco fa scendere velocemente i pantaloncini e i boxer, sfoderando il pene in erezione, Giulia con una certa abilità lo prende in mano, lo guarda come ad ammirarlo, lo accarezza, lo bacia sulla punta, e comincia a fargli un pompino, sono incredulo, Marco chiude gli occhi e inclina la testa indietro, dopo qualche istante mi guarda e i dice:
“se prometti di non farne parola con nessuno, poi tocca a te” e mi strizza l’occhio
Io annuisco con la bocca aperta, Giulia sembra brava, Marco ansima, sempre più forte e velocemente, seguendo il movimento della bocca della sorella, poi Giulia si stacca, Sara si avvicina, glielo prende in mano, si ferma, so toglie la maglietta scoprendo il seno senza reggiseno, sodo, i capezzoli ritti, uno spettacolo, si inginocchia e continua il lavoro dell’amica, facendo venire Marco in men che non si dica, il primo schizzo in bocca, poi gli altri fuori, perché a Sara non piaceva poi molto lo sperma.
Io guardo Marco, lo vedo felice, io sono un contrasto di sentimenti, sono invidioso, sono felice, sono eccitato, sono arrabbiato perché sta facendo una cosa che non va bene, farsi fare una pompa dalla sorella di un nostro amico, uno dei fantastici quattro ….
“Cosa aspetti? Non vuoi anche tu?”
La domanda di Marco mi coglie di sorpresa
“Certo che voglio!”
La mia risposta mi sorprende ancora di più, ho sempre pensato che mai sarei andato con Sara, tantomeno con Giulia, ed invece eccomi li, a togliermi i pantaloni come un lampo, eccitato lo ero già da un pezzo, e anche per me stesso trattamento di Marco, prima Giulia, poi Sara …
Il pomeriggio è volato via così quel giorno, il nostro segreto è rimasto tale negli anni, ma i pomeriggi come quelli si sono ripetuti, non è stato un caso isolato, e comunque si sono sempre svolti così, non siamo mai andati oltre, qualche palpatina al seno e qualche bacio, ma mai oltre, avevamo questo tacito accordo, loro ci facevano un pompino così, solo per il gusto di passare un pomeriggio in compagnia nostra …

Sento le parole di Mario, che incalzato da Michele, raccontano di quel pomeriggio di Agosto, quando Sara …. Io non so dove guardare, Marco pure, ci limitiamo ad ascoltare, Mario cerca di minimizzare quello che era successo, neanche noi immaginavamo che anche Mario fosse “dei nostri”, è stata una scoperta, anche perché Sara non ci aveva mai detto niente, nemmeno quando le avevamo chiesto se avesse mai fatto qualcosa con Mario le volte che andavamo in discoteca e lui si strusciava sul culetto di lei, ci ha sempre detto che si limitava solo a quello,che il trattamento speciale era solo per noi!
Mario è arrivato a raccontare il punto in cui lui se l’era tirato fuori dopo che lei l’aveva sfidato a farlo, aveva risposto ad una provocazione ha detto, e lei non s’era di certo fatta pregare e gli si era avvicinata, la sua mano che è scesa, la presa salda sul membro, lo sguardo fisso negli occhi aveva iniziato a masturbarlo, chiedendogli se così andasse bene ….
Non è stato prodigo di particolari, anche perché imbarazzato e un po’ preoccupato, a ragione, perché Michele non l’ha presa bene, finito il racconto si è alzato, e se n’è andato …
Rimasti noi tre, io e Marco ci siamo ben guardati dal dirgli che anche noi avevamo questo segreto, abbiamo finito la cena velocemente, ci siamo salutati e siamo andati ognuno a casa propria, con l’amaro in bocca, forse per la prima vera incrinatura nel nostra amicizia.
A Michele poi è passata, abbiamo ripreso ad uscire tutti e quattro assieme di nuovo, nei nostri discorsi quella parte di passato che riguardava Sara non è più uscita, ogni tanto ne parlo con Marco, che mi dice di stare tranquillo, che lui non parlerà, che Sara non parlerà, perché glielo dice ogni volta che glielo prende in bocca, come oggi pomeriggio, e me lo dice strizzandomi l’occhio!
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